Corsa e allenamento

COME USARE LE TABELLE DI ALLENAMENTO 
Anche se la preparazione tecnica di un amatore oggi è molto più approfondita rispetto a qualche anno fa, sono ancora molti i corridori tabella-dipendenti, incapaci cioè di adattare a se stessi i numeri proposti da un piano di lavoro. La miglior tabella rimane, indubbiamente quella personalizzata. In sua mancanza si possono utilizzare tabelle standard a patto di tenere nella giusta considerazione, la presenza di variabili dipendenti. Ignorarle sarebbe un errore che potrebbe creare solo problemi e delusioni. 

Ecco le principali varianti da considerare: 

1. PESO 
Fardello variabile che può, o agevolare la pratica della corsa o rendere ogni seduta dura come scalare una montagna. Allenandosi quotidianamente, un pò alla volta ci si porterà senz’altro a livelli decorosi. All’inizio correre poco e spesso, senza forzare la muscolatura ed i tendini, poi incrementare la quantità andando piano e ricordandosi che il tessuto grasso è metabolizzato e sciolto, principalmente nella corsa lenta. Per le persone in sovra peso che vogliono correre, consigliamo di fare prima un adeguata dieta per perdere un pò di peso e prima della corsa fare delle sedute in bici. 

2. L'ALIMENTAZIONE 
Deve essere adeguata al proprio fabbisogno calorico giornaliero. I panini ed i grassi sono da evitare. Puntare, invece, su una colazione all'inglese, un buon piatto di carboidrati (pasta, riso o patate) con verdura a pranzo ed una cena proteica (carni possibilmente bianche o pesce) con verdura la sera e frutta di stagione a merenda. Bere sempre a piccoli sorsi, dopo lo sforzo fisico, evitando di gonfiarsi lo stomaco. 

3. ORARI E FREQUENZA
L’ideale sarebbe alle prime ore del mattino oppure al calare del sole, almeno tre volte la settimana a giorni alterni, possibilmente mai due giorni di seguito, specie se si è principianti, seguendo le specifiche tabelle di allenamento. 
Se si fa il contrario, si recupera e si costruisce per il futuro. 
Per i più esperti invece si può seguire una frequenza di cinque allenamenti settimanali, alternando la corsa lungo lenta continua, il fartlek (correre con variazioni di velocità in base alla pendenza del terreno, esempio accelerare in salita e recuperare in discesa o viceversa), le ripetute o allunghi (corsa a velocità progressiva, intervallata da pause) e la corsa medio continua. 

4. L’EFFICIENZA MUSCOLARE 
E' fondamentale soprattutto ad una certa età. Mobilità articolare e potenziamento muscolare non devono mai mancare nel menù di un podista. Va bene anche qualche sport alternativo come la pallavolo, la bicicletta o il nuoto (tutti sport aerobici, come la corsa) se non ci si allena tutti i giorni. E’ importante fare sempre stretching, prima e dopo l’attività sportiva, eviterete fastidiosi dolori muscolari. 

5. I CONTROLLI MEDICI 
Ogni tanto sono necessari, in aggiunta alla visita medica d’idoneità d’inizio stagione, specialmente se si ha un obiettivo tecnico preciso; talvolta come indicazione fisiologica, oppure per venire a capo di situazioni fisiche difficili come anemia o stati di sofferenze muscolari e quindi impossibilità di proseguire nel normale piano di lavoro. 


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TABELLA DA ZERO A VENTI MINUTI DI CORSA 

Quando si comincia, per non rischiare di fare solo grande fatica (quella che invita a smettere subito) occorre un programma adeguato. Ecco una tabella che in otto settimane consente di raggiungere un’autonomia di 20 minuti di corsa no stop, primo obiettivo per un aspirante podista. 
Una volta raggiunto questo traguardo si potrà puntare a far crescere la propria resistenza per diventare un corridore a pieno titolo. 

PRIMA SETTIMANA: 
1 minuto di corsa + 1 minuto al passo; ripetere 10 volte per un totale di 20 minuti, 10 dei quali di corsa. 

SECONDA SETTIMANA: 
2 minuti di corsa + 1 minuto al passo; ripetere 6 volte per un totale di 18 minuti, 12 dei quali di corsa. 

TERZA SETTIMANA: 
3 minuti di corsa + 1 minuto al passo; ripetere 5 volte per un totale di 20 minuti, 15 dei quali di corsa. 

QUARTA SETTIMANA: 
4 minuti di corsa + 1 al passo; ripetere 4 volte per un totale di 21 minuti, 16 dei quali di corsa. 

QUINTA SETTIMANA: 
6 minuti di corsa + 1 minuto al passo; ripetere tre volte per un totale di 21 minuti, 18 dei quali di corsa. 

SESTA SETTIMANA: 
8 minuti di corsa + 1 minuto al passo; ripetere 2 volte e poi eseguire ancora 2 minuti di corsa, per un totale di 20 minuti, 18 dei quali di corsa. 

SETTIMA SETTIMANA: 
10 minuti di corsa + 1 minuto al passo; ripetere 2 volte per un totale di 22 minuti, di cui 20 di corsa.

OTTAVA SETTIMANA: 
20 minuti di corsa “no stop”. 

Chi invece già pratica altre discipline sportive e trova troppo leggero questo schema di preparazione, può seguire una tabella più intensa: 

PRIMA SETTIMANA: 
5 minuti di corsa + 2 minuti camminando; ripetere 5 volte per un totale di 35 minuti, 25 dei quali di corsa. 

SECONDA SETTIMANA: 
5 minuti di corsa + 1 minuto camminando; ripetere 5 volte per un totale di 30 minuti, 25 dei quali di corsa. 

TERZA SETTIMANA: 
8 minuti di corsa + 2 minuti camminando; ripetere 4 volte per un totale di 40 minuti, 32 dei quali di corsa. 

QUARTA SETTIMANA: 
8 minuti di corsa + 1 minuto camminando; ripetere 4 volte per un totale di 36 minuti, 32 dei quali di corsa. 

QUINTA SETTIMANA: 
10 minuti di corsa + 2 minuti camminando; ripetere 3 volte per un totale di 36 minuti, 30 dei quali di corsa. 

SESTA SETTIMANA: 
15 minuti di corsa + 2 minuti camminando; ripetere per 3 volte per un totale di 51 minuti, 45 dei quali di corsa. 

SETTIMA SETTIMANA: 
20 minuti di corsa + 2 minuti camminando; ripetere 2 volte per un totale di 44 minuti, di cui 40 di corsa. 

OTTAVA SETTIMANA: 
40 minuti di corsa non stop. La frequenza settimanale deve essere di 3 o 4 sedute in giorni alterni. 

Attenzione! 
Occorrono almeno tre sedute settimanali, meglio se a giorni alterni per permettere recupero e adattamento. Chi ha più tempo libero, può aumentare il numero delle sedute che non devono però essere più di cinque, almeno due giorni vanno lasciati al recupero. 

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I RISCHI DEL PRINCIPIANTE 

L’apparato locomotore, deve adattarsi poco alla volta alle sollecitazioni, che la corsa crea su tendini, muscoli e articolazioni. Il carico di lavoro corretto, è quello che produce solo effetti allenanti e stimola una sintesi proteica di adattamento. Un carico eccessivo provoca una sindrome da sovrallenamento perché supera le capacità funzionali dell'organismo e prepara le condizioni ideali per l'infortunio. Anche un principiante, pur allenandosi molto meno di un podista esperto, può incorrere in un sovraccarico relativo. Bisogna tenere in considerazione, infatti, le condizioni atletiche di partenza, vale a dire le precedenti esperienze sportive effettuate: è molto più facile diventare un podista, dopo aver praticato sport a livello ricreativo in varie discipline, che dopo anni di sedentarietà assoluta. 

ERRORI COMUNI DEI PRINCIPIANTI 

1. Scarpe inadeguate: molti principianti nei primi mesi corrono con scarpe non tecniche (ad esempio: vecchie scarpe d'atletica o da tennis). In attesa di migliorare la condizione atletica sfruttano l’attrezzatura che possiedono già in casa. Una delle funzioni delle scarpe tecniche è anche quella di prevenire certi infortuni (tendinite, distorsioni, ecc.). 

2. Troppi chilometri: chi incomincia a correre deve evitare di svolgere allenamenti su lunghe distanze. Deve anche evitare di programmare una maratona già nel primo anno di pratica dell'attività, per non infrangere le più elementari regole dell’adattamento.

3. Corsa collinare o di montagna: il podista deve imparare a correre in pianura prima di affrontare allenamenti impegnativi in collina. I "traumi" della discesa e la corsa estremamente tecnica sono variabili che possono favorire gli infortuni. Anche chi vive in montagna deve iniziare su percorsi piatti. 

4. Tecnica inadeguata: la mancanza di una guida tecnica, porta alcuni a correre senza correggere i propri difetti tecnici. I più comuni sono la mancanza di reattività nelle caviglie e la corsa troppo “seduta”. 

5. Poca ginnastica: lo stretching dovrebbe essere eseguito giornalmente in modo corretto. Purtroppo oggi, è raro trovare un podista che sappia eseguire in maniera corretta gli esercizi fondamentali. Prima di conoscere la vostra soglia imparate a conoscere i vostri muscoli! 

GLI INFORTUNI PIU' FREQUENTI 

1.Vesciche: generalmente sono situate sulla superficie della pianta del piede, al di sotto delle falangi delle dita, a livello delle articolazioni del metatarso, o sotto la volta piantare. I fattori che le favoriscono sono: correre con le scarpe nuove, senza calze, sull'asfalto in piena estate o troppo a lungo rispetto alle condizioni generali di allenamento. 

2. Ematomi: un trauma diretto, una scarpa stretta o la corsa in collina con molte discese possono causare ematomi. Quelli piccoli possono essere lasciati in sede perché si riassorbiranno spontaneamente, altrimenti devono essere svuotati. La scelta accurata delle scarpe resta anche in questo caso, il momento centrale. 

3. Fascite plantare: il processo infiammatorio della fascia plantare spesso compare nei podisti che corrono con scarpe inadeguate per qualità o consumo preesistente o su terreni molto irregolari. 

4. Peritendinite dell’achilleo: è un processo infiammatorio che interessa le strutture del peritenonio, che spesso presenta aderenze al ventre dei tendini. Le cause sono l’eccessivo chilometraggio, le scarpe inadeguate, la predisposizione anatomica (piede cavo soprattutto) ed il deficit di flessibilità del tricipite. La mesoterapia è molto spesso, efficace in questo infortunio, associata ovviamente al consueto studio dell'attrezzatura, dell’anatomia del piede e dell’appoggio. 

5. Sindrome del tibiale anteriore: è un tipico infortunio di chi inizia a correre e svolge allenamenti troppo lunghi e su terreni particolarmente impegnativi, come la collina. L’aumento della pressione compartimentale in un compartimento così rigido come quello anteriore della gamba, causa dolori e impotenza funzionale molto importanti. In questo caso il riposo assoluto è d’obbligo e generalmente la crioterapia, l’utilizzo di farmaci antinfiammatori, della mesoterapia e della fisioterapia permettono la remissione dei sintomi. L’intervento chirurgico di fasciotomia è indicato solo nei più gravi casi acuti e quando le forme croniche sono ribelli alle terapie. 

6. Periostite tibiale: é indicata anche come sindrome mediale della tibia. E’ un’infiammazione del periostio nei due terzi distai e mediati della tibia nel punto di inserzione della fascia, del muscolo soleo e del tibiale posteriore. L’appoggio che comporti un’esagerata pronazione crea un grande stress sulla tibia, cosi come i ritmi di corsa più veloci, soprattutto svolti in pista, sollecitano enormemente le inserzioni osteotendinee del soleo e del tibiale posteriore. lì dolore è tipicamente presente alta presso-palpazione del margine mediale della tibia. Riposo, crioterapia, mesoterapia e/o infiltrazione, fisioterapie sono il cardine della terapia, associate all’utilizzo di scarpe protettive che controllino la pronazione. In alcuni casi si rende necessario l'utilizzo di una protesi plantare. 

7. Sindrome della bandeletta ileotibiale: è il classico infortunio di chi inizia a correre. Tutti i podisti ne hanno sofferto un poco. E’ l’infiammazione del tratto ileo-tibiale della fascia, lateralmente nel ginocchio, che nella corsa subisce lo sfregamento contro il condilo laterale del femore passando dalla posizione posteriore nella flessione del ginocchio, alla posizione anteriore nell’estensione del ginocchio. Il brusco incremento del chilometraggio o la corsa collinare sono te cause più frequenti di questo infortunio. Il dolore nel compartimento esterno del ginocchio può essere molto acuto. Riposo, crioterapia, fisioterapie e infiltrazione locale fanno parte del protocollo terapeutico. 
I casi ribelli sono trattati con il rilascio chirurgico della bandeletta ileotibiale. 

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